Progetto Educativo

COSA E’ PER NOI IL PROGETTO EDUCATIVO

Il progetto educativo è un documento  pubblico, elaborato dalla comunità capi che assicura l’unitarietà della proposta educativa  tra le varie unità, la sua continuità tra le branche, il suo adattamento alle accertate necessità dell’ambiente in cui il gruppo vive.

Il progetto educativo è una bussola che orienta l'azione educativa dei capi.

E’ uno strumento di lavoro che ha la funzione di rendere l'azione educativa più mirata, continuativa ed efficace, perché rispondente ai bisogni reali; nasce da comuni scelte di fondo espresse nel Patto Associativo e si esprime concretamente nei programmi di unità che vengono elaborati e verificati annualmente all’interno della Comunità Capi.

Il progetto educativo, individua le aree di impegno prioritario per il Gruppo a fronte delle esigenze educative emergenti dall’analisi dell’ambiente in cui il Gruppo opera e indica i conseguenti obiettivi e percorsi educativi da perseguire nel triennio.



PROGETTO EDUCATIVO di GRUPPO   2024-2027 

 

 

 

SCHEMA DI SCRITTURA  

 

Il documento viene introdotto dalla premessa e dalla descrizione del contesto sociale in cui operiamo. Vengono indicati, inoltre, tempi e modalità di verifica del PEG.

Definizione delle quattro dimensioni di intervento che sono le seguenti: ambito sociale; associativo; ecclesiale e di relazione con sé stessi e gli altri. Specifichiamo come queste dimensioni non siano divise ma intrecciate e comunicanti tra loro: la divisione è puramente funzionale alla schematizzazione del documento.

Per ciascuna dimensione definiamo i seguenti punti: gli orizzonti, ovvero la direzione più ampia e potenzialmente astratta verso la quale tendere; gli obiettivi, concreti ed attuabili nel breve/medio periodo che dovranno guidare le scelte delle Staff e i possibili strumenti pratici e reali per la loro realizzazione. Gli strumenti non sono vincolanti ma puramente indicativi per fornire supporto pratico alle Staff.

 

N.B. Il documento contiene le riflessioni della Comunità Capi, anche alla luce delle opinioni raccolte dai genitori.

 

PREMESSA

 

La Comunità Capi del gruppo San Giovanni Valdarno I°, dopo l’analisi interna ed esterna delle proprie unità, individua le basi della propria azione educativa di prospettiva triennale. Si pone, così, gli obiettivi da raggiungere e i possibili strumenti per farlo, redigendo il nuovo Progetto Educativo di Gruppo.

Questo documento, per quanto riguardi da vicino ogni membro del Gruppo, ha come destinatario specifico la Comunità Capi, affinché possa essere un solido punto di partenza per i Programmi di Unità e, soprattutto, per i Progetti del Capo.

 

Il documento dovrà essere “vivo” e verificato d parte Co.Ca all’inizio ed alla fine dell’anno scout.

 

 

ANALISI

 

LA CITTA’

 

Non disponiamo di dati statistici ma vogliamo segnalare quelli che ci sembrano essere i segnali più significativi.

Risultano ancora presenti gli effetti del Covid che, come esperienza di forzata chiusura, ha aumentato le fragilità e le incertezze. I ragazzi riscontrano la difficoltà di relazionarsi e la mancanza di fiducia nella possibilità di incidere nella società.

Il calo demografico inizia ad essere evidente: l’età media dei sangiovannesi è la più alta Valdarno, ed il rapporto tra bambini stranieri e italiani è sempre più elevato e tale dato è percepibile nelle piazze cittadine, animate dalla festosa presenza di bambini nella stragrande maggioranza stranieri.

 

Negli adolescenti, in particolar modo fra i maschi è diffuso il problema dell’abbandono scolastico e di conseguenza la presenza di tanti ragazzi NEET* (nel Valdarno sono il 15%) che spesso trascorrono le loro giornate nelle nostre strutture parrocchiali.

 

Si denota la difficoltà nel rapporto tra i sessi che si ricollega all’incapacità di manifestare le proprie emozioni. I ragazzi faticano a riconoscere ciò che provano e, quindi, a gestirlo, non riuscendo a comunicare disagi, paure o preoccupazioni. Inoltre la relazione tra sessi è sempre meno fondata su rispetto, ascolto e supporto reciproca ma è abbrutita e confusa dall’assenza di punti di riferimento.

 

LA NOSTRA CHIESA


Nel comune di San Giovanni Valdarno ci sono sette parrocchie appartenenti alla diocesi di Fiesole e una a quella di Arezzo e il maggior numero dei ragazzi e dei capi provengono da queste parrocchie. Un certo numero di aderenti arriva da parrocchie del comune di Cavriglia, Terranuova e dall'altipiano valdarnese.

Tranne la parrocchia della Basilica, sono tutte realtà abbastanza piccole, non in tutte è presente un parroco residente e non ci sono associazioni giovanili cattoliche, tranne l'oratorio don Bosco a San Giovanni. Solo in due o tre c’è un po’ di attività per adolescenti e giovani. Abbiamo un buon rapporto di collaborazione con la parrocchia della basilica, mentre sono scarsi con le altre parrocchie e le diocesi di Fiesole e Arezzo.

 

È ormai minoritaria la percentuale delle persone adulte che vivono attivamente la chiesa. Stiamo assistendo ad una progressiva diminuzione dei sacerdoti, alla minor presenza di sacerdoti giovani ed ad un conseguente accorpamento delle parrocchie.

Ancora però i laici non hanno assunto un ruolo di maggiore protagonismo e responsabilità.

Si rileva una certa difficoltà nell’essere coinvolti nelle iniziative e proposte provenienti dalla Diocesi.

 

Il GRUPPO

I ragazzi

 

Calando questa analisi all’interno del gruppo notiamo come i nostri ragazzi non riflettono a pieno i problemi e i disagi vissuti da molti coetanei. Il nostro gruppo costituisce, ancora, una sorta di oasi privilegiata.

 

La situazione economica apparente è di generale benessere.

Segnaliamo da una parte, l’alta percentuale di figli di ex-scout all’interno del gruppo (circa il 30% degli iscritti), dall’altra l’esigua presenza di ragazzi stranieri di prima generazione.

 

Questi gli aspetti emersi dall’analisi e dall’osservazione delle Unità:

 

La grande frenesia riempitiva con cui i ragazzi sono abituati fin da piccoli a gestire il proprio tempo. Quest'ultimo risulta occupato, ma non sempre davvero pieno, desiderato e di qualità. Nei più piccoli ciò si esprime nella mancanza di autonomia, creatività ed intraprendenza. Altro aspetto legato al tema è l’irrequietezza: il ragazzo sente la necessità di avere la giornata programmata perché altrimenti si annoia.

Notiamo sentimenti di incertezza e rassegnazione con una scarsa fiducia nell'utilità e impegno personale. Non si riconosce il proprio ruolo di attori positivi e attivi nella società. I nostri ragazzi non si sentono utili (o forse non amati).

Si riscontra una difficoltà di relazionarsi con gli altri, non si percepisce la ricchezza dell’incontro, ci si rinchiude in dinamiche individualistiche, nascondendosi nel gruppo.

 

La Comunità Capi

 

Dobbiamo riconoscere che la nostra Comunità Capi sta affrontando un periodo di difficoltà ed assestamento, per questo abbiamo ritenuto importante inserire nel Progetto anche dei punti su cui dover lavorare sia di comunità che come singoli capi.

 

Formazione capi: mancano capi e capi formati, notando le mancanze metodologiche e tecniche, si ritiene opportuno nel prossimo periodo prediligere la formazione personale dei capi anche rinunciando a momenti di unità.

 

Partecipazione Associativa: Si nota che non c’è abbastanza partecipazione alla vita associativa nelle dimensioni che vanno oltre il rapporto di staff, dalla  Co.Ca, fino di conseguenza alla Zona e alla Regione.

Energie scout: abbiamo parlato spesso di cambiare struttura e lavorare sulla giusta gestione degli impegni, lo abbiamo fatto? È necessario condividere maggiormente in comunità capi le varie situazioni di difficoltà nello svolgere il servizio, per evitare che si ripresentino problemi passati che portano a non rinnovare la disponibilità.

 

La nostra rete

 

In occasione del centenario è stata creata una bella rete di contatti con un potenziale da sfruttare maggiormente sia per la ricchezza di competenze sia per la disponibilità riscontrata nell’ alleggerire il carico del servizio delle Staff. Analoghe disponibilità le sentiamo presenti anche nei genitori dei nostri ragazzi.

 

Noi nella Chiesa

 

Si nota una sempre minore partecipazione dei ragazzi e delle loro famiglie alla vita della Chiesa, mancano quindi sempre più le “basi” dell’educazione cristiana.


 

Composizione del Gruppo

Notiamo un trend in calo per quanto riguarda i censimenti (dal 2020 al 2024, 22 censiti in meno).

 

Rispetto alle branche, si nota un calo accentuato della branca E/G pari a venti iscritti in meno, dovuto anche, ma non solo, alla scelta di portare a quattro anni la permanenza nei lupetti: tale scelta però non sembra incidere nel numero dei lupetti che sono incrementati solo di poche unità.

 

Anche il trend della branca R/S risulta in calo, mentre il numero dei censiti in Comunità Capi è in aumento, dato non coerente con le difficoltà incontrate in questi anni per la composizione delle Staff.

 

 

 

AMBITI DI INTERVENTO

 

 “Libertà è partecipazione” G. Gaber

  Ambito sociale

 

ORIZZONTI

 

Il gruppo ha deciso di porre al centro di questa dimensione l’educazione alla PARTECIPAZIONE attraverso la valorizzazione dell’EQUILIBRIO.

 

OBIETTIVI

 

Educare ad un sereno rapporto fra le persone ed alla gestione e risoluzione dei conflitti. Non possiamo in questo momento storico non pensare ad una concreta educazione alla PACE.

Uscire dalla "comfort zone” educativa per affacciarsi ed interfacciarsi con il territorio.

Educare a lasciare una traccia: riuscire a dare concretezza e visibilità a quello che facciamo, insegnando ad apprezzare i risultati del nostro fare per la comunità e per chi ha più bisogno.

 

STRUMENTI

 

“ Fare rete” con il territorio: restare informati e partecipare alle iniziative promosse sia dalle amministrazioni sia dalle realtà locali.

Essere promotori di gemellaggi con associazioni esterne, proponendo attività condivise da svolgere durante le riunioni di reparto, in uscite, nelle missioni etc.

 

 

 “Vieni e Vedi” GV,1-46

Ambito ecclesiale


ORIZZONTI

Il gruppo si propone di crescere nella dimensione ecclesiale intesa come capacità di vivere la fede in comunità.

 Il gruppo si pone come orizzonte verso il quale tendere l’ECCLESIALITA’, intesa come la fede vissuta e condivisa in comunità.

 


OBIETTIVI

contenuti della fede

incontri con testimoni

vivere nella nostra chiesa


lIn questo cammino verso l’ecclesialità indichiamo gli step, consecutivi e progressivi, da vivere in ogni branca: CONOSCENZA, TESTIMONIANZA ed ECCLESIALITA’. Questi obiettivi, concreti ed attuabili, possono costituire o il percorso progressivo di un anno oppure, in un’ottica più ampia, dedicare ogni anno ad uno step diverso.

 

STRUMENTI

 

CONOSCENZA: approfondire la fede attraverso testi, musica, teatro non necessariamente “canonici”; valorizzare il rapporto con l’ AE e conoscere le varie parrocchie conoscenza del Vangelo da cui nasce la fede attraverso gli strumenti che l’associazione e le nostre parrocchie ci mettono  a disposizione. “partecipare” alla vita delle parrocchie e della diocesi.

TESTIMONIANZE ED ESPERIENZE: questo aspetto deve essere declinato in due modi. Da una parte essere soggetti “passivi” ovvero ascoltare e assimilare esperienze dirette incontrando persone anche fuori dall’associazione. Dall’altra parte, però, dobbiamo essere noi stessi soggetti “attivi" ovvero raccontare le nostre esperienze di fede, nelle loro gioie e fatiche, diventando testimoni di quotidianità, con umile ambizione. a partire dalla testimonianza di BP e di chi ha fondato l'Agesci in Italia cercare testimoni del vangelo vivi oggi e confrontarsi con il loro messaggio (persone, associazioni, realtà…).

ECCLESIALITA’: esperienza di fede condivisa all’interno delle branche, tra le branche all’interno del gruppo e tra le varie comunità del Valdarno. trovare occasioni per condividere e testimoniare il cammino delle singole unità all’interno del gruppo, con i genitori e con le nostre parrocchie. durante le uscite cercare un contatto effettivo nelle parrocchie o luoghi che vi accolgono, animare veglie o esse nelle nostre parrocchie

 

 

“COMUNITA’ CHE R-ESISTE”

Ambito associativo

 

ORIZZONTI

 

L’orizzonte verso il quale tende il gruppo è quello di ampliare il proprio sguardo, oltre la propria unità e oltre l’associazione scout. Impariamo, così, a VIVERE CON GLI ALTRI.

 

OBIETTIVI

 

Educare all’impegno di sentirsi chiamati ed essere responsabili del bene comune. Viviamo un servizio che deve essere svolto con leggerezza ed equilibrio in tutti gli ambiti della vita.

Rimettere al centro la partecipazione alla vita associativa “al di sopra” della Staff incentivando e incrementando il coinvolgimento in eventi formativi.

Coinvolgere nell’organizzazione della attività e nel loro svolgimento conoscenze di ex-scout o esterni che possano alleggerire il carico delle Staff e portare ai ragazzi nuove competenze, conoscenze e stimoli.

 

STRUMENTI

 

Organizzare incontri e attività congiunte con realtà del territorio.

Avere una partecipazione attiva alle occasioni formative proposte dall’AGESCI* ad esempio presentando mozioni alle assemblee, iniziative alla Zona o partecipando ai campetti di specialità e competenza. Sentirsi coinvolti favorisce la partecipazione.

Costruire una rete ed un albo di esperti alla quale attingere per trovare maestri di specialità, competenza, testimoni o simili affinché queste informazioni siano trasmissibili e accessibili alla Co.Ca.



“Occorre essere forti, per essere cittadini utili”

  Ambito di relazione con sé stessi

 

Per “forti” si intende non solo forza fisica o salute ma tutto ciò che ti fa sentire bene con te stesso e con gli altri, dandoti l’energia di dare il tuo contributo alla comunità per restituirle tutta la bellezza della vita che ci è stata donata.

 

ORIZZONTI

 

Ricercare un equilibrio nella relazione con sé stesso e con gli altri.

 

Riscoprire la fiducia e la bellezza di cui ognuno è dotato in quanto dono creato a immagine e somiglianza di Dio.

 

OBIETTIVI

 

Educare all’espressione delle emozioni (rapporto tra i sessi; affettività; autonomia; riconoscimento delle emozioni).

Accompagnare i ragazzi nello sviluppo di competenze come perno dell'attività scout nonché strumento per accrescere la stima e la consapevolezza di sé.

Migliorare la competenza tecnica dei capi.

Curare la relazione capo-ragazzo e capo-genitori.

 

STRUMENTI

 

Nella branca L/C si può ricorrere all’uso delle prede, prove tangibili e realizzate in autonomia senza l’aiuto dei genitori. E’ possibile, inoltre, ricorrere all’angolo della creatività dove sono i ragazzi stessi a creare dei giochi.

Nella branca E/G vivere ogni momento dell’anno con lo stile dell’impresa puntando all’acquisizione di nuove competenze e alla realizzazione di cose concrete. Sollecitare alla partecipazione ai campi di specialità e competenza.

Nella branca R/S stimolare il Clan ad acquisire e consolidare le proprie competenze, (utilizzando gli strumenti della branca RS: challenge e impresa) e favorire la trasmissione di queste ai ragazzi delle branche precedenti (soprattutto E/G). Incentivare, inoltre, la partecipazione alle Route di Orientamento alle Scelte di Servizio (ROSS).

Incontri informali con i genitori sfruttando i momenti delle uscite come pranzi o colazioni da vivere con il reparto e con noi capi.

Ritagliare momenti per conoscere i ragazzi (es. pasti, veglia, tempo libero insieme).

Organizzare momenti di formazione e incontri con figure professionali competenti (es. educatori, psicologi etc.)

 

 

 

 

ACRONIMI

PEG = Progetto Educativo di Gruppo

STAFF = gruppo di Capi che guidano e seguono un’unità

NEET = Not in Education, Employment or Training, giovani da 15 a 29 anni non occupati e non coinvolti in percorsi di istruzione o formazione

L/C = branca Lupetti e Coccinelle

E/G = branca Esploratori e Guide

R/S = branca Rover e Scolte

AGESCI = Associazione Guide E Scouts Cattolici Italiani

CO.CA. = Comunità Capi