Storia
San Giovanni, Scout dal 1922
L'INIZIO...
“In una tarda sera di molti anni fa, verso le ore ventidue, quattordici ragazzi vestiti da scout fecero . . . una esplorazione
notturna. [....] le due squadriglie, il Leone e l’Aquila, uscite quasi alla chetichella da una porta all’inizio di via della Madonna, salirono la scalinata dell’allora Oratorio [..] per una breve funzione religiosa. La porta, oggi murata e
dalla quale erano usciti, era quella della vecchia sede del Circolo cattolico …”.
Era il 5 giugno del 1922.
Così raccontava, all’inizio degli anni Settanta, Rodolfo Chiosi, uno dei fondatori del Riparto San Martino appartenente all’A.S.C.I. (Associazione Scautistica Cattolica Italiana). Insieme a Chiosi, si mobilitano un giovane studente di medicina, Giuseppe Del Bianco, che, forse, sente parlare degli scout nell’ambiente universitario e soprattutto il Circolo Cattolico “Don David Albertario”.
Sono gli esponenti del Circolo stesso, Enrico Diomiri, Pietro Bigi, Vittorio Picchioni,
Armando Conteri, Giovanni Giomarelli con l’assistente don Amleto Soldani, ad esplicare le formalità burocratiche per l’adesione all’ASCI ed a gestire le prime attività.
UN SUCCESSO
Gli scout ottengono un grande successo e tra il ’22 ed il ’24 vengono aperti altri due reparti “San Giorgio” e “San Luigi”, quest’ultimo formato esclusivamente da lupetti.
Sono più di 60 i ragazzi censiti!
IL FASCISMO
Quando il regime fascista si rende conto di non poter gestire pienamente i numerosissimi gruppi scout nati in Italia tra il 1920 ed il 1926 decreta un primo parziale scioglimento dell’ ASCI nel gennaio del 1927 ed il definitivo il 6 maggio 1928, per far posto all’Opera Nazionale Balilla, l’unico ente al quale veniva deputato il compito di formare, col “libro e moschetto”, la gioventù italiana.”
SCOUT CLANDESTINI
Tra il gennaio 1927 ed il maggio 1928, il regime fascista scioglie ufficialmente tutti i gruppi scout.
Non tutti però interrompono le loro attività; molti continuano a ritrovarsi facendo riferimento alle associazioni che non sono state sciolte: alcuni si inseriscono nel CAI (Club Alpino Italiano), altri ritornano all’interno dei Circoli Cattolici, altri ancora
confluiscono nell’ ONB (Opera Nazionale Balilla).
AQUILE RANDAGIE
1928-2945 Tra difficoltà e rischi però alcuni gruppi continuano, portando avanti lo scoutismo clandestino;
è il periodo della “Giungla Silente”. Alcuni gruppi di Roma continuano l’attività fino al 1940, momento in cui i “capi” vengono richiamati alle armi per l’entrata in guerra.
Le “Aquile Randagie”, formate da gruppi dell’ASCI di Milano si riuniscono periodicamente dedicandosi a servizi di tipo sociale e talvolta riescono perfino a stampare un giornaletto dal titolo “Estote Parati”.
(per approfondimenti vedi : www.aquilerandagie.it )
FEDELI E RIBELLI
Durante la Resistenza, creano in collaborazione con la curia vescovile di Milano, l’OSCAR (Organizzazione Scout
Collegamento e Assistenza Ricercati) che riesce a far passare clandestinamente in Svizzera oltre 2000 persone
tra partigiani, ebrei, prigionieri di guerra e ricercati politici.
(Per approfondimenti vedi: Fedeli e Ribelli )
Vedi anche: VIALE INTITOLATO ALLE AQUILE RANDAGIE
LA RINASCITA
Quando, il 25 luglio del 1943, cade il fascismo, gli scout sono pronti a riprendere l’attività.
Sono gli stessi fondatori del 1922 che, dalle file dell’Azione Cattolica organizzano la rinascita.
A San Giovanni, in pochi mesi, si formano due gruppi distinti.
“Era il 1945; la linea Gotica divideva ancora l’Italia e noi ragazzi stimolati dai ricordi dei “Vecchi”, affascinati dal primo numero dell’Esploratore che […] era giunto fortunosamente da Roma […] si andava fantasticando di cose passate e di possibilità future..”
Questa è la testimonianza di Renzo Neri sulla rinascita del gruppo scout.
Conclusa la guerra, quei capi che nel 1922 avevano contribuito alla nascita del gruppo scout, tirano di nuovo le fila per la ricostruzione.
Nel periodo 45-47 sono ben due i gruppi che chiedono la registrazione al Commissariato Centrale dell’ASCI, ma a distanza di poco tempo rimane solo una sparuta rappresentanza di esploratori.
Nel 1953 viene aperto il Clan “La Piccozza” e successivamente chiuso e di nuovo riaperto.
Lo stesso accade per il branco “Valle Alta”, aperto e chiuso negli anni ’60.
NASCE L'AGESCI
Nel 1974 le due associazioni scout cattoliche dell’AGI (Associazione guide italiane) e dell’ASCI (Associazione Scout Cattolici Italiani) si fondono in un’unica associazione l’AGESCI (Associazione Guide e scout cattolici Italiani) alla quale appartengono anche oggi gli scout di San Giovanni.